Don Tarcisio in vesti liturgiche a Usokami, tra i suoi poveri e i suoi giovani. Due realtà che ispirarono la sua vita: l'Eucarestia e il futuro da costruire con i bambini, i giovani, i poveri, gli indifesi. Soprattutto per loro creò l'associazione "Progetto Speranza". Le opere nate dal suo cuore missionario vivono ancora e raccolgono persone di tanti paesi e di ogni condizione, che, con fede, tenacia e umiltà continuano il suo lavoro.
Gianfranco Franceschelli era un semplice laico di Rigosa (BO), con la sua casa, il suo lavoro, i suoi amici, ...
Ma il suo cuore, seguendo don Tarcisio, abbracciò il mondo. Sempre disponibile, dava una mano all'associazione "Progetto Speranza" in tante quotidiane incombenze. Il Signore lo ha chiamato presto a sée forse solo allora molti si sono accorti di quanto fosse preziosa la sua azione e generosa la sua amicizia.
Antonio Paccaloni, recatosi a Usokami a fine del primo decennio di questo millennio, si rese conto del fondamentale servizio del Centro Sanitario e si fece carico delle sue urgenze, con un particolare sguardo ai malati di AIDS, ai bambini malnutriti e al reparto maternità. Molto attivo anche all'interno dell'associazione, ci ha lasciato nel 2016. La sua opera continua, portata avanti dalla moglie Lidia e da tanti amici
Giovanna Petrella, moglie, mamma, nonna, ha dedicato la sua vita alla famiglia, ai ragazzi come catechista, alla Casa della Carità di Borgo Panigale e alle opere della parrocchia del Cuore Immacolato di Maria. Diventata socia dell'associazione "Progetto Speranza", si impegno per le famiglie in difficoltà e per la distribuzione dei pacchi alimentari. Chiamata a se dal Signore, ha lasciato un grande vuoto nella comunità e in tuti quelli che l'hanno conosciuta.
Suor Corrada, delle Minime dell'Addolorata (Sorelle di Santa Clelia) fu tra le prime missionarie inviate dalla Congregazione in Brasile, al Bairro da Paz (Salvador Bahia). Anche lei chiamata presto dal Signore, aveva già speso se stessa per i tanti e tanto poveri di quel quartiere, soprattutto per i bambini, iniziando l'opera che sarebbe poi stata chiamata Projeto Crescer.
Mauro era una persona piena di passioni, a cui si dedicava con grande intensità. Una di queste era l'accoglienza. Nel 2000, fu l'animatore di una decina di famiglie della Parrocchia del Cuore Immacolato di Maria (Bologna) con cui costituì l'associazione "Casa Ines" per rispondere alle necessità di una donna con bambino che era senza casa.
Dal 2000 al 2007, "Casa Ines", con Mauro come presidente, ha realizzato numerose esperienze di accoglienza. Ha ospitato negli appartamenti di cui aveva disponibilità (fino a un massimo di tre in contemporanea) oltre un centinaio di persone, per la maggior parte donne, perlopiù extracomunitarie, ma anche studenti e rifugiati politici. Tutto ciò avveniva in costante rapporto con i servizi del territorio, il Centro Beretta Molla e la Caritas Diocesana.
Quando l'associazione fu sciolta per mancanza di appartamenti, l'attività continuò come gruppo "Casa Ines". Mauro ne rimase il punto di riferimento, grazie alla sua esperienza pregressa, anche in ambito sindacale. Ha continuato a essere l'aggregatore del gruppo anche quando, dal 2017, è tornata la disponibilità di un appartamento, poi di un secondo e di un terzo... Arrivando, nel 2019, a contribuire fattivamente all'ingresso del gruppo "Casa Ines" all'interno dell'Associazione Progetto Speranza, diventando il consigliere di riferimento per il "Progetto di accoglienza e aiuto alle famiglie".
Alcuni ricordi, da chi ha vissuto con lui l'esperienza di "Casa Ines"
« Mauro mi manca soprattutto per la sua presenza autorevole e, al tempo stesso, mite. Era una persona acuta e ironica, che si prendeva cura di tutti, in modo particolare di chi aveva bisogno di aiuto. »
« La sua ricchezza interiore deriva anche dall'essere stato parte di molteplici realtà ed esperienze. È riuscito a unirle e a rappresentarle grazie alla sua fede, ma anche a un profondo senso di giustizia sociale e a uno spiccato spirito di comunità solidale. »
« Disponibile a dare una mano alle famiglie che accoglievamo, anche prendendosi un permesso dal lavoro per sbloccare una situazione critica di stallo. »
« Era un uomo molto sensibile ai punti di vista delle donne, cosa piuttosto rara. »
« Da apprezzare la sua generosità e l'impegno in tutto ciò che faceva. »
« Mauro: l’amico di una vita, intelligentissimo ed umile ... tanti ricordi, tante riflessioni, la condivisione di momenti importanti. »
« Mauro: insieme a creare Casa Ines, così per caso, da un bisogno di accoglienza inaspettato, il nostro dolore per aver dovuto dire ad un ospite che doveva lasciare la casa, un ragazzo con grandi occhi smarriti … e ci siamo detti: 'Non lo faremo mai più'. Caro Mauro ... »
« L'amicizia profonda e sincera con Mauro ci ha permesso di condividere le accoglienze e i bisogni di chi è passato da Casa Ines. La sua intelligenza e disponibilità ha reso risolvibili anche le situazioni più critiche. Grazie Mauro, hai dato tanto a tutti! »
« Mauro era un uomo giusto, amava la giustizia e l'ha praticata in tutti gli ambiti in cui si è impegnato, nel lavoro, nel volontariato, nella sua comunità parrocchiale. Era comunque consapevole dei limiti umani perché credeva che la vera giustizia è nelle mani del Signore. »
« Chi, come Mauro, fa tanto lavoro e poco rumore mi affascina sempre e suscita la mia stima. Molto altro si potrebbe dire ma questa è l'idea che ho più forte nel cuore e mi fa dire "grazie di tutto". »